Nel mondo del cinema, un film può talvolta risultare un’esperienza sconcertante, specialmente quando interpretazioni eccezionali si affiancano a una sceneggiatura meno brillante. “Mister And Pete” rientra pienamente in questa categoria, mettendo in mostra un cast che offre performance straordinarie, quasi a voler salvare una narrazione che fatica a connettere pienamente. Il giovane Skylan Brooks, nel ruolo di Mister, è eccezionale. Incarna magistralmente le complessità di un ragazzo in un momento cruciale, incerto sul cammino da intraprendere ma consapevole di non poter rimanere fermo. Ethan Dizon, nei panni di Pete, è innegabilmente adorabile, portando sullo schermo una presenza unica e affascinante. Sebbene la performance di Dizon sia lodevole, la sceneggiatura sottoutilizza un po’ il suo personaggio, assegnandogli un ruolo che avrebbe potuto essere ricoperto da una figura meno centrale, spingendo persino a considerare se un animale domestico avrebbe potuto svolgere una funzione narrativa simile in certi aspetti della trama.
Jennifer Hudson, con il suo talento da Oscar, offre una performance potente nei panni di Gloria, dimostrando la sua impressionante versatilità. Ritrae due fasi distinte della vita di Gloria: il tormento della dipendenza attiva da eroina e la fragile speranza della fase iniziale di recupero, appena uscita dalla riabilitazione e di fronte a un futuro incerto. Anche Anthony Mackie merita grandi elogi per la sua interpretazione di Kris. Incarna la natura contraddittoria di un “protettore con un cuore”, proiettando un aspetto esteriore duro da figura di strada pur aderendo a un codice d’onore, in particolare al codice del silenzio della strada. Le sue azioni, motivate da questo codice, spingono involontariamente Mister e Pete nelle loro difficili circostanze, affrontando l’informatore che ha tradito Gloria.
Nonostante queste interpretazioni avvincenti, “Mister and Pete” inciampa a causa della sua sceneggiatura. Diversi personaggi vengono introdotti e sembrano tangenziali alla trama centrale e non contribuiscono in modo significativo all’arco narrativo complessivo. Alice, interpretata da Jordin Sparks, viene presentata come una potenziale fonte di aiuto per Mister, spinta da un background condiviso e dal desiderio di restituire qualcosa. Tuttavia, l’arco narrativo del suo personaggio viene bruscamente interrotto dopo una fugace promessa di assistenza, lasciando il suo contributo sottosviluppato e in definitiva insignificante.
Al contrario, il sergente Pike, interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje, svolge un ruolo più fondamentale, anche se in qualche modo discutibile, nel far progredire la trama. Pike sembra ossessionato dal collocare i figli di persone incarcerate in case famiglia, operando con uno zelo quasi antagonista. Sebbene funga da ostacolo per i protagonisti, la rappresentazione cinematografica dell’intervento non richiesto delle forze dell’ordine nella vita dei bambini senza mandati o denunce di persone scomparse solleva interrogativi e mette un po’ a dura prova la credibilità.
Ad aggiungersi ai piccoli inconvenienti del film c’è una decisione di marketing che sembra leggermente stonata. “Mister and Pete” si svolge durante i mesi estivi, eppure la sua uscita è stata programmata per l’autunno. Questa discrepanza temporale crea un sottile senso di dissonanza, un punto minore ma che toglie leggermente qualcosa all’esperienza di visione complessiva.
Rating: R per linguaggio, uso di droghe e contenuti sessuali
Durata: 108 minuti
Voto: C –
Verdetto: Non lasciatevi ingannare dal ritmo accattivante del titolo. Sebbene la recitazione in “Mister and Pete” sia innegabilmente forte e degna di riconoscimento, le lacune della sceneggiatura gli impediscono di raggiungere il suo pieno potenziale. È un film sorretto dai suoi interpreti, ma in definitiva ostacolato da una narrazione che non si fonde completamente in un insieme veramente avvincente.