Il giorno dell’apertura. Per molti, queste due parole significano l’inizio di qualcosa di speciale, un rituale annuale pieno di speranza, nostalgia e il confortante ritmo della tradizione. Per i fan dei New York Mets, come l’autore del blog Chasing Amazing, il giorno dell’apertura è un’esperienza profondamente personale, intrecciata con la famiglia, i ricordi e, sì, anche un pizzico di inevitabile delusione. Ma al di là dell’emozione del baseball, il concetto di tradizione stesso detiene un potere profondo, un potere splendidamente esplorato in una gemma spesso trascurata dell’universo dei fumetti di Spider-Man: Peter Parker: Spider-Man #33 (vol. 2).
Prima che Spider-Man entrasse nella sua vita, il primo amore dell’autore era il baseball, in particolare i Mets. Crescendo, il semplice atto di collezionare figurine di baseball, l’odore dei pacchetti di cartone e l’eccitazione di trovare un giocatore dei Mets all’interno, hanno formato le fondamenta di una passione infantile. Il baseball era più di un semplice gioco; era un legame con suo padre e suo fratello, pieno di gite al parco e sogni di fuoricampo. Anche quando l’età adulta ha portato con sé le sue limitazioni fisiche, gli echi di quei primi rituali di baseball sono rimasti forti, un commovente ricordo di esperienze condivise e legami familiari.
Il cuore di questo rituale del baseball, per molti, risiede nell’assistere alle partite. Lo Shea Stadium, l’ex casa dei Mets, potrebbe essere stato un po’ trasandato, ma era il loro stadio, un luogo di pellegrinaggio condiviso con la famiglia. Attraverso vittorie e sconfitte, lo Shea ha conservato ricordi, culminando in momenti di pura e inalterata euforia da fan, come la leggendaria rimonta contro gli Atlanta Braves nel 2000. Lo stadio che tremava letteralmente di eccitazione, un’esperienza condivisa che trascendeva il gioco stesso, solidificando la connessione emotiva con il luogo e la squadra.
Questa immersione profonda nel fandom del baseball potrebbe sembrare tangenziale a un blog su Spider-Man, ma serve come sfondo perfetto per comprendere la genialità di Peter Parker Spider-Man #33. Scritto da Paul Jenkins e illustrato da Mark Buckingham, questo numero utilizza l’ambientazione familiare di una partita di baseball dei New York Mets per esplorare la relazione profondamente emotiva tra Peter Parker e suo Zio Ben. Per alcuni lettori, potrebbe apparire come una tranquilla pausa, ma per coloro che si connettono con i suoi temi, risuona con una profonda profondità emotiva.
In “Forse l’anno prossimo”, la storia si svolge attorno a una tradizione annuale: Ben che porta il giovane Peter a una partita dei Mets. Anno dopo anno, i Mets perdono costantemente, con grande sgomento del giovane Peter. Ma Ben, nella sua infinita saggezza, impartisce una preziosa lezione: non si tratta sempre di vincere o perdere; si tratta di godersi l’esperienza condivisa, la semplice gioia del gioco stesso. Questo pellegrinaggio annuale diventa un caposaldo della loro relazione, un rituale annuale che rafforza il loro legame.
Il fumetto ritrae in modo toccante un punto di svolta nella loro tradizione. Un anno, Peter, forse preso dall’angoscia adolescenziale o da altre preoccupazioni, è riluttante ad andare alla partita. Ben, inconsapevolmente, lo spinge a continuare il rituale e, in un momento agrodolce, Peter, anticipando il solito discorso post-partita di Ben, lo interrompe. Questa scena tesa è momentaneamente alleviata da una miracolosa vittoria dei Mets, un evento raro e inaspettato nella loro tradizione di sconfitte. Tuttavia, la gioia è di breve durata, poiché la storia ci ricorda che solo tre giorni dopo, Ben viene tragicamente strappato a Peter. Nonostante questa devastante perdita, Peter continua la loro tradizione, tornando al campo da baseball ogni anno, non per i Mets, ma per onorare la memoria di Ben.
L’impatto emotivo di Peter Parker Spider-Man #33 è innegabile, soprattutto per i lettori che comprendono il potere delle tradizioni condivise. L’autore stesso ha scoperto questo fumetto anni dopo la sua uscita, spinto da un’intervista con Paul Jenkins. Avendo perso inizialmente quest’era dei fumetti di Spider-Man, la storia della tradizione del baseball di Peter e Ben ha toccato una corda profondamente personale, rendendolo immediatamente un fan della narrazione di Jenkins.
Ciò che Jenkins cattura magistralmente in questo fumetto è il profondo valore emotivo delle tradizioni e dei rituali nelle nostre vite. Queste esperienze condivise sono i fili che tessono insieme relazioni forti, creando ricordi duraturi e fornendo un senso di continuità e connessione. Per Peter e Ben, la partita di baseball annuale era più di un semplice evento sportivo; era un rituale sacro, un momento per legare, ridere e la tranquilla trasmissione di lezioni di vita. Il baseball, con la sua natura strutturata ma imprevedibile, diventa una metafora perfetta per la vita stessa, un gioco di regole e caso, dove il vero valore non risiede solo nel risultato, ma nei momenti condivisi lungo il cammino.
Proprio come Peter continua la sua tradizione per onorare Ben, molti di noi si aggrappano ai propri rituali, trovando conforto e significato nella loro ripetizione. Per l’autore, il giorno dell’apertura rimane un rituale personale vitale, un’immersione annuale nel mondo del baseball che lo collega alla famiglia e ai ricordi. E sapere che esiste un fumetto di Spider-Man che incapsula così bene l’essenza della tradizione, sposandola con l’amato personaggio di Peter Parker, aggiunge un altro livello di apprezzamento sia per il baseball che per il ricco arazzo del mondo di Spider-Man. Peter Parker Spider-Man #33 è più di un semplice fumetto; è un toccante promemoria del potere duraturo della tradizione e dell’impatto duraturo dell’amore e della perdita, temi che risuonano profondamente nel cuore della narrazione di Spider-Man.
Tutte le immagini da Peter Parker Spider-Man #33 (vol. 2): Paul Jenkins, Mark Buckingham & Wayne Faucher